Ernia iatale
L’ernia iatale è causata dal passaggio di una porzione dello stomaco dall’addome al torace, attraverso un foro del diaframma. Questo foro è chiamato iato diaframmatico esofageo, proprio perché in condizioni normali consente il passaggio dell’esofago attraverso il diaframma. In caso di ernia iatale una parte più o meno consistente dello stomaco risale attraverso questa apertura, causando i sintomi tipici della malattia.
L’ernia iatale è una patologia piuttosto diffusa, dato che colpisce in media circa il 15% degli italiani.
I medici distinguono tre diversi tipi di ernia italale:
Ernia da scivolamento
È la più frequente (presente in circa il 90% dei casi); si caratterizza per il passaggio di una porzione dello stomaco attraverso lo iato esofageo. La giunzione gastroesofagea viene così spinta verso l’alto provocando in molti casi un disturbo tipico della malattia chiamato reflusso gastroesofageo.
Questo passaggio è talvolta reversibile e particolarmente sensibile agli sbalzi di pressione addominale. La deglutizione, uno sforzo eccessivo, un colpo di tosse possono infatti facilitare la fuoriuscita dell’ernia che può poi ritornare spontaneamente nella sua posizione iniziale.
Ernia da rotolamento o paraesofagea
Condizione più rara ma anche più pericolosa della precedente. In questo caso la giunzione tra stomaco ed esofago rimane nella sua sede naturale mentre il fondo dello stomaco passa nel torace. Il rischio maggiore in questo caso è che l’ernia finisca per strozzarsi tra l’esofago e lo iato o che venga compromesso seriamente l’apporto di sangue allo stomaco.
Ernia mista
Tipo di ernia iatale con caratteristiche proprie di entrambe le forme precedentemente descritte.
Sintomi
Il quadro clinico dell’ernia iatale è piuttosto variabile e mentre per alcune persone la malattia è del tutto asintomatica per altre può essere causa di disturbi più o meno gravi. Spesso un paziente scopre occasionalmente di avere un’ernia iatale durante una visita legata ad altre patologie esofagee.
Se l’ernia iatale è piuttosto grande può causare un reflusso del chimo gastrico nel tratto terminale dell’esofago.
Tra l’esofago e lo stomaco esiste una speciale valvola che in condizioni normali si apre e si chiude per consentire il passaggio del bolo alimentare in un’unica direzione. Il diaframma, con la sua pressione, favorisce il funzionamento di questo meccanismo, comprimendo e mantenendo chiuso lo sfintere.
Quando si sviluppa un’ernia iatale la parte di stomaco che fuoriesce dalla sua sede naturale spinge lo sfintere al di sopra del diaframma alterando il normale meccanismo di apertura e chiusura. Questo lembo di tessuto muscolare può così aprirsi anche nei momenti meno opportuni causando la risalita del contenuto gastrico (pH acido 0.9 -3.5). Questa condizione è chiamata “sindrome da reflusso gastro-esofageo”.
A causa dell’estrema acidità del contenuto gastrico le pareti esofagee possono lesionarsi causando i sintomi tipici della malattia:
- forte dolori al torace e senso di bruciore allo sterno
- rigurgiti acidi
- senso di amaro in bocca
- salivazione intensa
- raucedine
Tutti questi sintomi tendono a comparire o a peggiorare in occasione di sforzi severi o durante la gravidanza, a causa del temporaneo aumento della pressione intraddominale. La posizione orizzontale o “a testa in giù” (come quando ci si allaccia una scarpa) aggrava ancor di più i sintomi tipici dell’ernia iatale.
Chi soffre di ernia iatale avverte spesso un senso di oppressione toracica che può essere confuso facilmente con un attacco anginoso o con un infarto. Anche per questo motivo la diagnosi precoce della malattia è molto importante.
Nel caso insorga un dolore severo alla cassa toracica o all’addome associato a nausea, vomito o senso di costrizione gastrica è bene consultare al più presto il proprio medico. Potrebbe infatti trattarsi di una complicazione legata ad una severa ostruzione del flusso di sangue allo stomaco.
Cosa può fare l’osteopatia?
L’osteopatia, oltre ad avere una grande efficacia per i dolori articolari e muscolari, possiede una serie di tecniche specializzate per il trattamento della zona viscerale, che permettono di ridurre drasticamente l’insorgenza dei vari sintomi.
Infatti i lavori intrapresi da Jean-Pierre Barral sugli organi dell’addome hanno mostrato che esiste una dinamica viscerale precisa, e che questa può essere modificata. Quindi, applicando una serie di tecniche specifiche, si permette all’organo di trovare la sua fisiologia naturale ed i disordini legati alla restrizione di mobilità saranno così corretti.
In molti casi l’ernia iatale ha una componente osteopatica importante in quanto, indipendentemente dalla sua tipologia, è quasi sempre l’espressione di un disequilibrio delle fasce a livello gastro-esofageo. La tendenza allo scivolamento verso l’alto di una parte dello stomaco è data da tensioni muscolo-fasciali non fisiologiche che coinvolgono l’intero sistema fasciale.
L’osteopatia in casi del genere è di estrema utilità poiché, oltre a possedere una vasta gamma di soluzioni tecniche specifiche per le disfunzioni viscerali, è orientata, da un punto di vista metodologico, al ripristino di una corretta dinamica globale di tutto il sistema delle fasce.
Consigli sull’alimentazione
Molto importante è masticare con calma. Questo fattore è essenziale, perché permette di contenere i rigurgiti e godersi ciò che si sta assumendo.
Evitare (o usare con moderazione) le sostanze che aumentano il reflusso dell’acido nell’esofago, come nicotina, caffeina, cioccolato, cibi ricchi di grassi, menta, alcool. Andrebbero escluse dall’alimentazione anche tutte le bevande gassate. È bene integrare la dieta abituale con latte fermentato, kefir e yogurt naturale arricchito con batteri probiotici. Aumentate l’apporto quotidiano di nespole, albicocche, frutti di bosco, papaia, mango, asparagi, zucca gialla e patate dolci americane cotte in forno. Fate pasti poco sostanziosi e più frequenti e lasciate passare almeno 2 o 3 ore tra il pasto e il momento in cui si va a dormire.
Fonte: www.my-personaltrainer.it